A.C. 3594-A
Signora Presidente, arriva alla Camera un provvedimento che è anche una risposta ad una propaganda becera, condotta da alcuni movimenti, secondo la quale qui si opera guardando alle banche, alle assicurazioni e alle lobby. Arriva la legge per la povertà. La nostra comunità è stata pesantemente toccata da questi anni di crisi. È bastata una crisi aziendale, una malattia, una non autosufficienza per vedere cambiare la condizione economica e sociale di alcune famiglie. Non c’è dubbio, però – noi lo vogliamo dire con sobrietà, senza enfasi – che dal 2014 questa crescita di povertà relativa e assoluta si è bloccata, si è fermata in tutto il Paese, anche nelle aree del Mezzogiorno.
Arriviamo, tra l'altro, a questo provvedimento sapendo che nella finanziaria 2016 si è fatto uno sforzo: i commi che vanno dal 386 al 390 predispongono risorse per questo obiettivo. E, pur sapendo che la nostra comunità nazionale ha un momento di ripresa, il Governo ha capito che c’è il problema di affrontare le emergenze di povertà presenti nella nostra comunità. Per fare questo, ha messo mano ad un provvedimento per allargare la sfera della protezione sociale, per trovare una modalità per affrontare l'emergenza, avendo come obiettivo, come filo conduttore, l'universalismo, ma anche la necessità di non fare mero assistenzialismo.
La legge delega, quindi, provvede a definire un fondo e un piano triennale che deve avere le caratteristiche di livello essenziale per tutta la nostra comunità. L'obiettivo è quello, però, di indicare una strada che porti anche ad un'integrazione di tipo lavorativo e, quindi, superare logiche – come dicevo prima – di tipo assistenziale. Si stanzia una cifra importante: un miliardo e 400 milioni di euro. Accanto a questo ci sono anche i fondi europei previsti dall'obiettivo 9 per affrontare la povertà, che hanno la funzione di porre anche delle iniziative per affrontare, dal punto di vista anche infrastrutturale, questo tema delicato della protezione sociale. Nelle aree dove queste figure sono carenti sarà possibile mettere in moto anche contratti a tempo determinato per assistenti sociali, per mediatori culturali, professionali, mediatori familiari. Sappiamo che queste sono le figure importanti per permettere alle istituzioni di avviare un processo di prossimità.
Per fare questo il Governo dovrà varare dei decreti legislativi. Sono i decreti che dovranno definire questo fondo, questo piano triennale, seguendo gli indirizzi dell'articolo 117 della Costituzione. Quindi, avendo l'obiettivo di determinare un'omogeneità di livelli essenziali, i decreti legislativi dovranno anche prevedere un riordino della materia assistenziale e previdenziale.
E qui vogliamo dire, ancora una volta, ad esempio, al collega relatore di minoranza del MoVimento 5 Stelle, che i provvedimenti vanno letti soprattutto quando arrivano alla Camera, perché questo tema della reversibilità, che era stato attaccato, non c’è, non esiste. È stata mera propaganda da parte di alcuni, che hanno cercato di far passare come verità una menzogna, che era stata utilizzata per inserire nel dibattito una strumentalità. Noi sappiamo che non possiamo seguire i pifferai di turno, che parlano di iniziative che non sono, poi, realizzabili.
Noi abbiamo voluto portare avanti, con il Governo, un approccio diverso. È stato l'approccio di chi guarda alle famiglie con difficoltà, alle famiglie con bambini. Sì, i bambini per noi sono una priorità, perché sappiamo che non si possono non curare i bambini complessivamente, dal punto di vista pediatrico, in modo particolare relativamente alle cure dei denti. Un'alimentazione limitata e non equilibrata per i bambini significa pagare un prezzo oggi, ma anche pagare un prezzo per la prospettiva.
Vogliamo aggiungere, nella consapevolezza che sono importanti anche altri interventi che c’è un problema che riguarda l'ISEE. Noi abbiamo detto più volte, nella nostra Commissione, la Commissione affari sociali, che è uno strumento che ha dato alcuni risultati; però non c’è dubbio che è uno strumento che va rivisto. In questo senso, bene la Commissione, che viene prevista al Ministero, con le regioni, con l'INPS. Infatti, non ci possono essere delle distonie per cui ricevere in eredità una piccola casa faccia saltare un approccio assistenziale per famiglie che continuano ad essere bisognose, pur avendo ereditato questo bene. Così come un piccolo libretto postale non può espellere realtà familiari che continuano ad essere nel bisogno. Quindi, va rivista la materia come un tema importante.
Io più volte ho richiamato il Governo su questa materia: il tema dei lavoratori in mobilità in deroga, quelli che sono oggi nella terra di nessuno, che non hanno protezione sociale. È lì che si annida la rabbia. Lì c’è bisogno, lì bisogna tentare di dare delle risposte. Io credo che il Governo debba operare in tal senso. Sappiamo che questo provvedimento – lo hanno detto i colleghi – è un primo tassello. Però, è un tassello importante, che si lega alla legge per il terzo settore che abbiamo approvato, che si lega alla legge contro gli sprechi alimentari, per tentare di dare una risposta ai bisogni che sono presenti nella nostra comunità.
Parlare di povertà è cosa ben diversa rispetto a vivere la povertà. Quindi, dovremmo avere tutti più sobrietà. Dovremmo guardare a questo tema con una modalità eticamente sensibile e, quindi, parlare con le parole della verità, rifuggendo dalla demagogia, ma cercando di dare delle risposte vere, subito, alle comunità in difficoltà che sono presenti nel nostro Paese (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).